F.A.Q.


“L’arte di ascoltare equivale quasi a quella di ben dire.”

J. Lacan, Il seminario, libro XI, I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi

Quale differenza tra psichiatra, psicologo, psicoterapeuta e psicoanalista?

Nell’esperienza lavorativa ho più volte incontrato una grande confusione rispetto ai diversi professionisti che si occupano della sfera psichica. Risulta di fondamentale importanza conoscere quali siano le aree d’intervento di ognuno e, di conseguenza, in cosa divergono i diversi apporti.

Lo psichiatra, laureato in Medicina e Chirurgia, si occupa dei disturbi mentali, ponendo il focus sul lato biologico/corporeo. Questo comporta una presa in carico di tipo medico, spesso –ma non solo- con prescrizione di farmaci generici e psicofarmaci.

Lo psicologo, laureato in Psicologia, si interessa, invece, delle dinamiche intrapsichiche/relazionali, con attenzione agli aspetti emotivi e cognitivi del sintomo.

Lo psicoterapeuta, che sia laureato in psicologia o medicina, ha conseguito un diploma di specializzazione in psicoterapia, ed è il professionista indicato nella cura e nel trattamento dei disturbi psicopatologici; i suoi principali strumenti di lavoro sono il colloquio clinico e la relazione terapeutica.

Nel mio caso, la mia specializzazione è a indirizzo psicoanalitico lacaniano, ovvero, orientata dall’insegnamento dello psichiatra e psicoanalista francese Jacques Lacan (1901-1981).


Orientamento teorico

Il mio orientamento riconosce la centralità della relazione e dei legami come prospettiva irrinunciabile per il reale benessere della persona: ogni dramma soggettivo, infatti, trova la sua ragione ma anche la sua risorsa nel legame.

Gli strumenti di lettura offerti dalla psicoanalisi consentono applicazioni ai diversi ambiti d’intervento richiesti dalla clinica contemporanea e si mostrano particolarmente adatti a fornire anche al soggetto la possibilità di ri-orientarsi, e ri-decidere per legami sociali vivibili, responsabili. Il ruolo del professionista è quello di offrire uno spazio di parola, rielaborazione, soggettivazione, secondo le diverse esigenze dei contesti d’intervento.